Pubblicato
il 22/10/2019
- Sapersi adattare alle situazioni che la vita ci riserva, parliamo di: intelligenza emotiva.
- I silenzi fanno parte della comunicazione non verbale, ognuno è un messaggio da ascoltare. Non bisogna limitarsi a focalizzarci sulle parole, ma su come vengono pronunciate.
- Imparare a chiedere scusa a noi stessi, prima che agli altri, è il segreto per vivere liberi.
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Vivere
in un mondo che ci bombarda di stimoli significa essere soggetti ad
innumerevoli emozioni, e non è sempre facile gestirle, soprattutto
in situazioni di stress e, la vita di tutti i giorni, spesso, ci
mette davvero a dura prova. Si comincia la mattina, le mail che si
accumulano sullo smartphone, il freddo che inizia ad arrivare e la
voglia di abbandonare la soffice e rassicurante coperta è pari a
zero. Vorremmo
fare colazione a casa, seduti a tavola, con una tazza di caffè, dei
biscotti ripieni di marmellata, un po' come nei film, ma se non ci
diamo una mossa, perderemo anche il secondo pullman e poi il treno e
quindi corriamo, corriamo come un maratoneta che lotta e sogna la
medaglia d'oro, e la nostra vittoria più grande, alla fine di una
giornata così, sarà quella di ritornare a casa. Illesi. Illesi da
noi stessi, perché controllare
le emozioni in
un vortice così frastornante, è una sfida.
Siamo
sempre più in balia di noi stessi
Ci
sono persone che non riescono a gestire
la rabbia,
sono molto emotive e ogni emozione contrastante diventa un pugno
nello stomaco, e allora scattano, perdono le staffe, urlano, e poi si
rendono conto di aver fatto del male a se stessi e agli altri. Altri
invece restano quasi impassibili, o meglio, serafici. Non si agitano
se c'è qualcosa che li turba, non vanno subito in panico se non
riescono a focalizzare la situazione che stanno vivendo o se non
hanno il controllo degli eventi, perché purtroppo la velocità della
luce con cui ci stanno abituando a lavorare, a pensare, e a parlare,
ci debilita, e a lungo andare ci sconvolge tutti i ritmi, ma c'è chi
resiste, come un messia della pace ritrovata, si fa spazio tra noi,
poveri miscredenti che ancora non riusciamo a capire come riprendere
in mano la nostra vita, o almeno, la percezione di ciò che sentiamo,
senza dover per forza fulminare con lo sguardo chiunque.
Ma
come si fa non farsi travolgere dalle proprie emozioni e dagli stati
d'animo degli altri? Esiste una cosa che abbiamo tutti, chi più e
chi meno: l'intelligenza
emotiva.
Non bisogna essere spiccatamente intelligenti per sopravvivere nel
mondo, questo è un dato di fatto, ma ci si adatta alle situazioni,
in modo attivo, restando concentrati sui propri obiettivi. Il termine
intelligenza emotiva non è recentissimo, ma trova la sua massima
espressione con Daniel
Goleman,
che nel 1995
la
descrisse come:
“La
capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un
obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e
rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo
evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere
empatici e di sperare”
Che
cos'è e cosa non è intelligenza emotiva?
In
sostanza l'intelligenza emotiva è la capacità di un individuo di
riconoscere, di identificare, di etichettare e, successivamente, di
gestire le proprie emozioni e quelle degli altri per raggiungere
degli obiettivi. Non è quindi finalizzata solo a se stessi, ma anche
a gestire il rapporto con gli altri. Ma ovviamente non
è sinonimo di
felicità, ottimismo, calma e autocontrollo, essendo questi tratti
che possono appartenere o meno alla personalità di ciascuno di noi.
Ma
se tutti la possediamo in parte, come possiamo svilupparla al
massimo? Rispondendo a queste domande, ci renderemo conto quali sono
i nostri punti di forza e i nostri punti deboli. E allora prendiamoci
5 minuti, mettiamoci comodi e cominciamo, senza barare con le
risposte.
Conosco
me stesso?
Le
persone
emotivamente intelligenti sono riflessive. Si pongono domande su sé
stesse e non danno nulla per scontato, nemmeno quando si tratta di
autodefinirsi. Hanno consapevolezza
di sé,
conoscono i propri stati interiori, i comportamenti da assumere in
date circostanze e occasioni. Sanno bene cosa li rende unici, nel
bene e nel male, individuano e cercano di limare quegli aspetti che
possono essere migliorati, ma soprattutto sono in grado di dare un
nome preciso a ogni emozione che provano, perché le emozioni
innominate restano incomprese, con la conseguenza di portarci a
compiere scelte irrazionali poiché non siamo in grado di capire cosa
ci succede.
Più
è accurata la definizione di ciò che sentiamo, senza limitarci a
dire che stiamo semplicemente "male", più ci renderemo
conto di cosa ci provoca quel malessere, sapendo poi cosa fare per
affrontarlo. Non farsi travolgere dal problema, ma riconoscerlo e
attraversarlo.
Ascolto
i miei pensieri?
Pensiamo
continuamente. Quando lavoriamo, quando ascoltiamo la nostra playlist
preferita, pensiamo anche quando siamo in palestra o dal parrucchiere
o al bar con gli amici. A volte sono pensieri banali, a volte
semplici, a volte ci fanno sorridere, a volte ci abbattono
totalmente, e sono quelli i più duri, quelli che mettono a dura
prova le nostre giornate, e alla fine, ci troviamo a rimuginare tutto
il tempo. Più
rimuginiamo sui pensieri negativi più diamo loro potere. Gran parte
dei nostri pensieri
negativi però
sono solo pensieri e non fatti. A volte il nostro cervello percepisce
delle minacce e ci infonde paura, sconforto, immobilità. A volte
tendiamo ad ingigantire tutto, a creare scenari alternativi della
realtà dei fatti, ma tranquilli, sono solo pensieri ed è umano
avere paura. Le persone con una forte intelligenza emotiva provano a
distinguere i pensieri dai fatti, allontanando la negatività e
concentrandosi sulle prospettive positive.
Ragiono
prima di parlare?
"Prima
di rispondere, conta fino a 10". Quante volte abbiamo sentito
questa frase? Tante. A volte sulla base di un'emozione fugace
rischiamo di prendere decisioni che ci segneranno per tutta la vita,
che sia un piatto rotto per un attacco d'ira o qualcosa di
irreparabile. Riflettere
prima di parlare,
prima di agire, prima di promettere. Le persone emotivamente
intelligenti lo fanno, si prendono una pausa, fanno una passeggiata
per schiarirsi le idee.
Imparo
dalle critiche?
A
nessuno piace essere criticati, ma chi ha un'intelligenza emotiva
elevata sa che le critiche possono essere anche costruttive e saprà
accoglierle come uno sprono per migliorarsi. Ascoltarle e analizzarle
non è mai un segno di debolezza, anzi, possiamo sempre imparare
qualcosa di nuovo su noi stessi. In questo modo possiamo apprendere
anche un'altra grande qualità, l'autoironia, lasciando che gli altri
scherzino su di noi, imparando a riconoscere la differenza fra
umorismo e mortificazione. Ovviamente non significa che ogni critica
sarà infondata, a volte dietro un monito può nascondersi solo della
cattiveria gratuita, ma anche questo può insegnarci, di conseguenza,
qualcosa sugli altri e allontanare chi prova ad abbatterci senza
motivo.
Sono
riconoscente?
Un
semplice sorriso, un grazie, un complimento al momento giusto. Essere
riconoscenti, mostrare rispetto per gli altri, ascoltare e ammettere
che ci siano punti di vista differenti dai propri. Riconoscere che
ogni persona ha il suo modo di essere, di pensare, di comportarsi, il
suo passato, le sue idee e rispettare tutto ciò, anche se non si
capisce o condivide ogni cosa. Le
persone emotivamente intelligenti riconoscono le differenze tra le
persone e provano a mettersi nei panni degli altri. Mostrano empatia,
perché
empatia è apertura mentale. Ascoltare qualcuno, comunicare,
condividere. Tutto questo consolida le relazioni e la fiducia tra le
persone.
Ho
la reale percezione di me stesso?
Chi
è emotivamente intelligente conosce bene i suoi pregi e i suoi
difetti. Si rende conto di cosa possa metterlo in difficoltà e cosa
possa metterlo a proprio agio, cercando di reagire alle proprie
debolezze senza farsi ostacolare.
Ascolto
davvero chi mi parla?
Cosa
vuol dire ascoltare qualcuno? La
comunicazione non è soltanto verbale.
I silenzi ci parlano, come gli occhi, le mani. Ogni cosa è un
messaggio da ascoltare. Le parole sono fondamentali, ma anche i gesti
che le accompagnano le danno significato. Non dobbiamo limitarci a
focalizzarci sulle parole, ma su come vengono pronunciate. Chi è
emotivamente intelligente legge le persone, ascolta e coglie ogni
respiro del corpo.
Sono
autentico?
Ascoltare,
ma anche parlare. Quando parliamo di noi cerchiamo di capire cosa
potrebbe interessare o meno a chi abbiamo di fronte, restando noi
stessi, sempre. Scegliere attentamente cosa dire e come dirlo, essere
ponderati nel raccontarsi. Chi ha un'intelligenza emotiva sceglie
bene le parole, non è calcolatore, ma sa cogliere l'interesse di chi
lo ascolta.
Sono
empatico?
L'empatia
è
cercare di sentire quello che gli altri sentono, cercare di muoversi
tra i pensieri di chi abbiamo vicino senza giudicare, senza
paragonarli ai nostri, cercare solo di capire cosa succede nella
testa dell'altro. La bellezza delle persone empatiche è quella di
non voler affrettare giudizi, non volersi porre in cattedra per
bacchettare tutti e dire cosa devono o non devono fare. Gli empatici
vogliono guardare il mondo di chi hanno di fronte con i suoi occhi,
senza filtri, senza congetture. Essere
empatici non significa assecondare, perché per capire il prossimo
bisogna accettarlo, non prenderlo in giro.
Mi
complimento con gli altri?
Le
persone emotivamente intelligente sono comprensive, riconoscono se
qualcuno ha svolto un buon lavoro e si complimentano con gli altri,
perché un
complimento sincero accresce la fiducia di chi, ogni giorno, cerca di
dare il meglio di sé.
Se hanno delle critiche da fare non le pongono come tali, ma provano
ad aiutare chi è in difficoltà con piccoli accorgimenti, non
enfatizzando i problemi, ma provando insieme a trovare una soluzione.
Non danneggiano, ma incitano.
So
chiedere scusa?
Chiedere
scusa e ammettere i propri errori è una delle cose più difficili ma
anche una delle più coraggiose da fare. Non solo bisogno ammettere
di aver sbagliato, ma bisogna fare diètro frónt e scusarsi con
un'altra persona. "Scusa, mi dispiace" non è debolezza, ma
è un grande gesto di umanità. Nessuno è infallibile, siamo esseri
umani. La perfezione non esiste e se pretendiamo di dover essere
sempre impeccabili e non ammettere mai un possibile margine di
errore, ci sentiremo sempre addosso un senso di fallimento che, piano
piano, ci farà credere di non essere all'altezza di nulla, perché
troppo pesi dal un senso di colpa di non essere "abbastanza".
È necessario imparare a chiedere scusa a noi stessi e agli altri per
vivere liberi e chi ha un'intelligenza emotiva lo sa bene.
Sono
in grado di perdonare e dimenticare?
Covare
risentimento è dannoso. È come lasciare marciare un coltello
avvelenato dentro una ferita. Non solo non guarirà facilmente, ma il
dolore aumenterà, sempre più forte, fino a creare un danno enorme,
impedendo a noi stessi di compiere un passo fondamentale: dimenticare
e, di conseguenza, guarire. Andare avanti. Quando impariamo a
dimenticare, a lasciar correre, non permettiamo più a nessuno di
tenerci in ostaggio, nemmeno alle nostre emozioni.
Sono
in grado di mantenere la parola data?
Quanto
è difficile oggi mantenere la parola data? Facciamo buoni propositi,
si prendono impegni e si accettano incarichi con leggerezza convinti
di essere in grado di rispettare scadenze e avere tempo, tanto tempo.
Quante promesse non mantenute accumuliamo giorno dopo giorno? Dopo
quanto tempo siamo riusciti a fare quella cosa prefissata mesi, anni
prima? Ecco cosa imparare da chi ha una spiccata intelligenza
emotiva: impegnarsi a mantenere la parola data. Non procrastinare o
accettare impegni che sappiamo già che non riusciremo a mantenere.
Rispettare i propri tempi, i propri desideri. Questo ci renderà
anche più affidabili agli occhi degli altri.
So
gestire le emozioni negative?
Le
emozioni negative ci rendono irrazionali e non ci permettono di
affrontare con la giusta calma e lucidità gli eventi, ma questo non
vuole dire che sono dannose, ma siamo noi a renderle nocive. Le
nostre paure ci paralizzano, andiamo in panico e invece di
accoglierle e di comprenderle, ci limitiamo ad allontanarle, a
scappare. La fuga non è mai la risposta, è solo una scorciatoia che
ci illude di andare avanti. Trasformare le emozioni negative in
qualcosa di buono è possibile, dobbiamo solo imparare a riconoscere
cosa ci frena e disinnescare.
Mi
prendo cura di me stesso?
"Amati,
sarai l'unica persona con cui starai tutta la vita".
Prendersi il proprio tempo per meditare su ciò che si ha di bello
nella vita, porsi obiettivi a breve e a lungo termine, lavorare su se
stessi, imparare cose nuove, scoprendo i propri limiti e accettarli.
Disconnettersi dalla frenesia quotidiana e concedersi spazio e tempo.
Respirare. Prendersi cura di se stesso vuol dire riconnettersi con il
proprio io, perché se non ci si ama non si potrà mai amare nessun
altro.Riconoscersi
per conoscere il mondo.
Mi
concentro su ciò che posso controllare?
Siamo
davvero consapevoli che la maggior parte delle cose sfugge al nostro
controllo? Non possiamo supervisionare tutto, ma possiamo
focalizzarci sulle cose che dipendono strettamente da noi. Restando
concentrati su queste, stabiliamo delle priorità nella nostra vita,
mantenendo la calma, migliorando il nostro processo decisionale e
cambiando il nostro atteggiamento verso le difficoltà impreviste.
E
allora, affronti la vita in modo emotivamente intelligente?
Se
a tutte le domande avete risposto positivamente, allora siete delle
persone con un'intelligenza emotiva molto forte e siete in grado di
gestire le vostre emozioni senza lasciarvi turbare più del dovuto.
Questo piccolo test può essere molto utile per migliorare i propri
punti di debolezza e capire bene quali sono i propri punti di forza,
perché le emozioni fanno parte della vita ed è importante darci la
possibilità di capire dove e cosa possiamo affinare di noi stessi
per non farci sopraffare dalle emozioni ma farci guidare da esse.
Ma
come si fa non farsi travolgere dalle proprie emozioni e dagli stati
d'animo degli altri? Esiste una cosa che abbiamo tutti, chi più e
chi meno: l'intelligenza emotiva.
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